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La ferita è un fil rouge che lega gli uomini alla vita e che può rimanere relegata alla dimensione del dolore se l'essere umano non riesce a cogliere l'anelito all'assoluto che ogni ferita ha il potere di aprire. L'arte ha rappresentato la ferita come passaggio dalla sofferenza alla consolazione, dall'ombra alla luce, dal vuoto alla pienezza, dalla solitudine a una comunione... La ferita è divenuta allora lo spazio dove il divino si manifesta. Il volume propone una selezione di opere di arte antica e moderna che hanno indagato il tema della ferita, fra cui tavole di artisti dell'Italia centrale - dal Maestro di Roncione a Giuliano di Martino da Rimini, da Francesco da Rimini a Nicola di Maestro Antonio e Lorenzo de Carris -, in dialogo con lavori del Novecento di Burri, Lucio Fontana e Maria Lai. A conclusione della rassegna, un'opera appositamente ideata per la mostra di cui il libro dà conto: "Aperta", di Ettore Frani.